Confesso di non essere mai arrivata a vedere la fine di una matita. Nonostante sia una grande amante delle matite, colorate soprattutto, acquarellabili, prevalentemente grasse con una base d’olio, o meglio ancora quelle di tipo B ( la sei B regna sovrana)… per non parlare della sanguigna, resta il fatto che la fine di una matita io non so che faccia abbia.

Le perdo tutte prima, faccio casino, le faccio cadere e inevitabilmente spacco le mine dentro… un disastro! Ma per bilanciare le forze dell’universo per me ci pensa il signor Ghetti. Questo signore che vive a Bridgeport in USA quando arriva quasi alla fine della matita invece di perderla, o mollarla da qualche parte in un cassetto, tira fuori un bisturi da disegno, lamette da barba e aghi per cucire e si mette all’opera. Il nostro artista cinquantenne dice di aver iniziato fin da piccolo alle scuole con un “semplice” regalo per un amico, poi la cosa gli è piaciuta tanto che ha deciso di continuare e regalarci piccole sculture di grafite.

Si può immaginare un uomo con una pazienza superiore a quella del signor Ghetti? Sono 25 anni che con attrezzi di base e improvvisati e delle matite da disegno fa miracoli e in questo caso l’arte della pazienza assume un valore ancora più forte, la grafite di spezza facilmente e a volte troppo entusiasmo può rovinare il lavoro di mesi, quindi doppiamente apprezzato in tempi come questi. Comunque nella sua collezione ci sono letterine maiuscole che campeggiano solitarie sulla punta della matita, una scarpa spaiata o (meravigliose) delle vere e proprie catenelle di grafite ad anelli o a forma di cuore.

Vorrei possedere la magnifica pazienza di questo micro-scultore che, da quanto apprendo da questo articolo, non usa neanche una lente di ingrandimento e si fa tutto ad occhio nudo. Ma la cosa migliore è scoprire che questo genere di operazione è come una forma di meditazione, tipo: sono calmo e tranquillo… quanto sono zen! Scherzo, ma di sicuro è un modo tutto suo per entrare in contatto con la propria anima e con i suoi pensieri più profondi. Il silenzio, la calma e la concetrazione giocano un ruolo chiave quando per terminare un repertorio come il suo ci si mette più di vent’anni.


A proposito dell'autore

Valentina

Ciao sono Valentina art director, blogger e amante del tè. Mi piace scoprire cose nuove e amo la creatività sotto tutte le forme, cerco spunti creativi e risorse per il mio lavoro e sono convinta che anche tu sei così. Mi sbaglio?

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